Giovedì 21 aprile 2016, alle ore 17.30, nella sede dell'Associazione “Maksim Gor'kij”, in Via Nardones, 17, Napoli, il Sen. Eugenio Donise, Carlo Ghezzi, Segretario della Fondazione Giuseppe Di Vittorio ed il Prof Francesco Soverina dell'Istituto Campano per la Storia della Resistenza, presenteranno il libro del dottor Edmondo Montali: “Il comandante Bulow - Arrigo Boldrini partigiano, politico, parlamentare”.
Prenderà parte all'iniziativa Antonio Amoretti, Presidente del Comitato Provinciale ANPI di Napoli.
Il Comune di Ravenna, la Fondazione Di Vittorio, l'Istituto storico della Resistenza e dell'età contemporanea, in occasione dell'uscita del volume di Edmondo Montali, "Il comandante Bulow. Arrigo Boldrini partigiano, politico," organizzano venerdì 4 dicembre 2015 con inizio alle ore 21.00 un dibattito che si svolgerà a Ravenna presso la Sala Buzzi - Via Berlinguer, 11. L'iniziativa è anche promossa dall'Assessorato del Decentramento dal Consiglio territoriale Ravenna Sud, dall'Istituto Storico della Resistenza di Ravenna e dall'ANPI di Ravenna.
Il Comune di Ravenna, la Fondazione Di Vittorio, l'Istituto storico della Resistenza e dell'età contemporanea, in occasione dell'uscita del volume di Edmondo Montali, "Il comandante Bulow. Arrigo Boldrini partigiano, politico," organizzano venerdì 4 dicembre 2015 con inizio alle ore 21.00 un dibattito che si svolgerà a Ravenna presso la Sala Buzzi - Via Berlinguer, 11. L'iniziativa è anche promossa dall'Assessorato del Decentramento dal Consiglio territoriale Ravenna Sud, dall'Istituto Storico della Resistenza di Ravenna e dall'ANPI di Ravenna.
Il volume edito da Ediesse, "Il comandante Bulow. Arrigo Boldrini partigiano, politico, parlamentare" di Edmondo Montali, è realizzato dall' ANPI e dalla Fondazione Di Vittorio. La prefazione è di Carlo Smuraglia. L'introduzione è di Adolfo Pepe.
Il volume "Giacomo Matteotti. Un riformista rivoluzionario"edito da Donzelli Editore, a cura di Edmondo Montali, è realizzato con il contributo della Fondazione Di Vittorio.
La prefazione è di Susanna Camusso.
Il volume di Gloria Chianese "Prima e dopo la guerra. 1936 - 1946. Il lungo decennio del Mezzogiorno", edito da Ediesse, è realizzato dalla Fondazione Di Vittorio.
Con l’invasione dell’Etiopia il consenso al fascismo raggiunse il suo livello più alto. Seguì, poco dopo, l’intervento di Mussolini nella guerra civile spagnola. Quindi, già prima del 10 giugno 1940, le popolazioni meridionali ebbero modo di misurarsi «dall’interno» con la tragedia della guerra, anche in seguito agli arruolamenti ingannevoli del regime. Era iniziato il «lungo decennio» del Mezzogiorno. Una memoria conservata, in particolare, nelle vicende umane dei soldati inviati in Africa, in Spagna, in Francia, nei Balcani, in Russia e dei civili sottoposti, in patria, alla minaccia quotidiana dei bombardamenti.
Piero Boni (1920-2009) è stato un protagonista della storia dell’Italia repubblicana. Socialista riformista, ha dedicato l’intera sua vita all’emancipazione dei lavoratori e, in particolare, a realizzare i due obiettivi per cui aveva lottato fin da giovane: gli ideali antifascisti della Resistenza e la costruzione dell’unità sindacale, a partire dalla CGIL. Il saggio di Marco Minardi affronta, con dovizia di documentazione, la vita partigiana di Piero: prima a Roma, in stretto contatto con la leadership socialista, poi, paracadutato nell’appennino parmense, come capo missione della famosa chain Goff delle OSS statunitensi con il nome di «agente Coletti». La partecipazione alla Resistenza gli valse la medaglia d’argento al valor militare.
La lunga esperienza di colonizzazione, il conflitto irrisolto con l’Etiopia, il dissolversi dello Stato somalo nell’anarchia di conflitti per bande, lo scarso rispetto per i diritti dell’uomo e della convivenza democratica: dal periodo dell’occupazione coloniale italiana di Massawa alla costituzione del sindacato unitario eritreo, la National Confederation of Eritrean Workers, questa ricerca ripercorre le lotte sociali e sindacali combattute in Eritrea, un paese oggi alle prese con la dura realtà – economica e politica – del Corno d’Africa.
La cultura, la tradizione, l’elaborazione del passato, l’azione nel presente, la prefigurazione del futuro […]. Il volume ragiona su tali aspetti con una precisa delimitazione di campo, quella della relazione tra eventi specifici, che vedono i lavoratori quali soggetto centrale, e il quadro generale in cui tali eventi si collocano. Lo fa proponendo una rigorosa ricostruzione storica del trasferimento coatto e della deportazione degli operai italiani, dando conto del progetto Un treno per Auschwitz, nato a Brescia nel 2004, formulando un’ipotesi educativa che pone al centro il tema dell’uguaglianza.
I diritti di cittadinanza, coerentemente con tale tema, sono proposti facendo riferimento ai dettami della Costituzione nata dalla Resistenza e dalla lotta al nazifascismo. Dalla prefazione di Saul Meghnagi.
Il 30 giugno 1960, la Camera del Lavoro di Genova proclamava lo sciopero generale contro l’effettuazione del congresso neofascista che avrebbe dovuto svolgersi in città, Medaglia d’Oro alla Resistenza. Con la ristampa del volume di Anton Gaetano Parodi “Le giornate di Genova”, la Cgil contribuisce al ricordo dei fatti che coinvolsero l’intera città, e non solo. Fu dal capoluogo ligure, infatti, che partirono le grandi mobilitazioni di popolo che portarono alla caduta del Governo Tambroni. Questi fatti, avvenuti nell’Italia del miracolo economico, determinarono la fine della stagione del centrismo e l’apertura di una fase politica nuova che avrebbe portato all’apertura a sinistra.
Gli anni dell’università di Padova sono stati molto importanti per Bruno Trentin. A meno di due mesi dal suo rientro dalla Francia, dove fino ad allora aveva vissuto con il padre Silvio e la sua famiglia fuoriusciti a causa del fascismo, il 1° novembre del 1943 Trentin si iscrive alla Facoltà di giurisprudenza, dove si laurea il 16 ottobre 1949. In questo volume viene pubblicata per la prima volta la sua tesi di laurea, relatore Enrico Opocher, che reca il titolo «La funzione del giudizio di equità nella crisi giuridica contemporanea (con particolare riferimento all’esperienza giuridica americana)».
Leggendo la storia del drammatico biennio che va dal 1943 al 1945, si vede come alla lotta armata della Resistenza si giunga attraverso un processo capillare e diffuso nella struttura sociale dell’Italia dell’epoca, nel quale il mondo del lavoro, non soltanto nelle sue componenti operaie, ha svolto un ruolo da protagonista. È dalla fine del 1942 che il distacco dal fascismo comincia a diffondersi con rapidità crescente anche fra le categorie professionali e i ceti sociali che erano stati coinvolti dalla modernizzazione del regime, come nel caso del settore del credito che, con le leggi bancarie del 1936, rappresentò, forse, il punto più alto del tentativo tecnocratico e statalista operato in questa direzione dal regime fascista.
Molti e diversi sono stati i modi attraverso cui le lavoratrici e i lavoratori italiani hanno partecipato alla lotta di Resistenza e alla Liberazione del paese. Così, in quegli anni, l’impegno armato di tanti e di tante nelle formazioni partigiane è stato accompagnato, in moltissimi grandi e piccoli centri, dall’azione capillare e diffusa di centinaia di migliaia di lavoratori per salvaguardare i macchinari delle fabbriche e le infrastrutture civili e di collegamento dai piani di distruzione predisposti dai nazisti sconfitti e in fuga dall’Italia.